Rifiuti: un sistema che necessita di strumenti di controllo

Nel sistema di gestione dei rifiuti italiano, l’attività svolta negli impianti di trattamento, smaltimento e di riciclo è di estrema importanza, sia per l’economia del paese che per l’ambiente. La quantità dei rifiuti immessi nell’impianto industriale, quella relativa al materiale in uscita, comprese le informazioni circa i consumi energetici e i costi aziendali diventano fattori da monitorare e attenzionare per l’ottimizzazione dei singoli processi e di tutto il sistema nazionale.

Gestione dei rifiuti in Italia: un sistema che segue le disposizioni europee

In materia di gestione dei rifiuti, come gli altri paesi membri UE, l’Italia ha recepito nel tempo le disposizioni della Comunità Europea in specifici regolamenti e direttive. Con la Direttiva 2008/98/CE e il Regolamento 2014/955/UE, la Commissione Europea individua il principio della gerarchia di trattamento dei rifiuti; ossia precise azioni consequenziali che il processo deve prevedere:

  1. Prevenzione
  2. Preparazione per il riutilizzo/riuso
  3. Riciclo
  4. Recupero di altro tipo, es. recupero di energia
  5. Smaltimento in discarica

L’obiettivo del principio di gerarchia di trattamento dei rifiuti è favorire la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, facilitandone il riuso e le operazioni di recupero. Difatti, lo smaltimento in discarica è pensato come azione finale e opzione residuale, da azzerare nel tempo.

L’Italia recepisce le disposizioni europee con il D. Lgs. 152/2006, modificato dal D. Lgs. 205/2010; e – a partire dal 2013 – pubblica il Programma d’Azione Nazionale, fissando sempre nuovi obiettivi che interessano anche il settore dei rifiuti.

Da urbani a speciali: i rifiuti come risorsa da reinvestire

I rifiuti urbani o residenziali sono quelli prodotti a livello civile, quindi dal cittadino e dalle comunità locali. Questi, se trattati adeguatamente, secondo le procedure, possono diventare una grande ricchezza.

La raccolta differenziata, infatti, permette di suddividere: la carta dalla plastica, la plastica dal vetro, l’indifferenziato dall’organico.
Tutti questi vengono raccolti dalle unità addette e trasferiti agli impianti di trattamento dei rifiuti, distinti per tipologia di materia da trattare.

Da ogni rifiuto è possibile ricavare qualcosa: una bottiglia di plastica – ad esempio – viene smembrata dalle varie parti di pet presenti, pulita – se previsto – e riciclata dando vita ad un nuovo prodotto. Lo stesso vale per il vetro e per la carta.

I rifiuti organici, invece, se accuratamente differenziati, sono inviati agli impianti di compostaggio e trattati con attività di bio-ossidazione e umidificazione. Il compost ricavato dal trattamento dei rifiuti organici può essere reimpiegato in diverso modo: per pratiche agricole e florovivaistiche (ACV – Ammendante Compostato Verde) o in agricoltura, frutticoltura, viticoltura e orticoltura (ACM – Ammendante Compostato Misto).

La quantità di compost prodotto in Italia supera le 600.000 tonnellate, impiegata come fertilizzante acquistato sia dai consumatori amanti di giardinaggio, sia dalle aziende agricole in sostituzione di fertilizzanti chimici e letame.

Cosa avviene in un impianto di trattamento rifiuti organici?

I rifiuti organici, se non inviati in impianti di compostaggio, possono essere inoltrati agli appositi impianti di trattamento. Come avviene per le quantità di rifiuti organici destinati a divenire compost da reintrodurre sotto forma di fertilizzante o altra materia, anche dalla quantità di rifiuti inviata agli impianti di trattamento è possibile ricavare nuovi prodotti:

  • Fanghi biologici destinati al recupero a beneficio dell’agricoltura
  • Rifiuti recuperabili
  • Materie prime seconde: prodotti ottenuti dalle operazioni di trattamento dei rifiuti, aventi le caratteristiche merceologiche definite dalla normativa tecnica di settore e le forme comuni commercializzate

Le frazioni di scarto dei rifiuti organici non idonee al recupero sono destinate agli impianti di smaltimento previsti dall’allegato B del D. Lgs. 152/2006.

L’intento etico-sostenibile del trattamento dei rifiuti

La gestione sostenibile dei rifiuti aiuta a ridurre l’inquinamento ambientale e atmosferico.
Obiettivo primario, infatti, della raccolta differenziata è quello di ridurre al minimo le quantità di rifiuti da inviare in discarica.

Il rifiuto – se trattato opportunamente – diviene una merce preziosa, specie per le imprese che possono mettere in commercio le materie derivate ed avere così una nuova fonte di guadagno.
Inoltre, è utile ricordare quanto segnalato dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) nella relazione inviata il 17 luglio al Parlamento: i rifiuti sono come l’acqua, vanno lì dove non incontrano resistenza. 

Quindi, in mancanza di impianti autorizzati allo smaltimento legale di rifiuti speciali, questi tendono ad arrivare nelle mani illecite della malavita, pronta a smaltirli tra le discariche abusive della criminalità autorizzata.

Il trattamento dei rifiuti speciali

Proprio come per il compost, anche dai rifiuti industriali è possibile ricavare altra merce da mettere nuovamente in commercio. Parliamo dei rifiuti prodotti dalle attività commerciali e industriali, dalla ricerca medica e veterinaria.

Il Decreto Legge 152/2006 indica quali strumenti bisogna adottare al fine di rendicontare la merce di carico e quella di scarico, e dettaglia le modalità da seguire per il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti. Per il trasporto dei rifiuti pericolosi bisogna attenersi a quanto indicato dalla norma in materia di trasporto ADR.
Lo smaltimento è la fase finale, l’attività mediante la quale si chiude il ciclo di vita di un rifiuto speciale.

Trattamento dei rifiuti speciali negli impianti di smaltimento o di riciclo

I rifiuti raccolti vengono trattati più volte; possono talvolta generare materie prime seconde – da vendere alle imprese che le usano per le loro produzioni – e materiale di scarto da avviare in discariche legali, termovalorizzatori o inceneritori.

L’attività svolta negli impianti di smaltimento/riciclo dei rifiuti e in quelli di compostaggio è scandita da precisi processi di lavorazione che vanno accuratamente monitorati, sia per evitare sprechi di risorse, sia per ottimizzare un processo i cui consumi energetici e le cui emissioni atmosferiche vanno tenute a bada per il bene del pianeta.

Lasciarsi guidare dall’esperienza reale: l’esempio di Ecologica 2000

Come per tutti i rifiuti prodotti dalle attività commerciali o dalle imprese, anche gli inerti provenienti dalle lavorazioni edili (industriali, residenziali, ecc.) possono essere trattati in appositi impianti di smaltimento.
È ciò che fa una delle nostre aziende clienti, Ecologica 2000. Realtà da anni impegnata con ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati) che recupera e tratta il materiale di scarto delle lavorazioni edili. Ecologica 2000 è 1° su Roma per il recupero e il riciclaggio di rifiuti inerti, attiva anche nella raccolta e nello smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

Imprese come queste hanno bisogno di definire con estrema precisione quanto materiale viene rilevato in entrata e quanto in uscita, per individuare l’entità esatta della materia lavorata nell’arco del giorno e dunque dell’anno.

Quindi, al fine di fare rilevazioni corrette e di controllare in qualsiasi istante la produzione, Ecologica 2000 ha scelto di acquisire kontrolON, il nostro sistema per il controllo della produzione e dei consumi degli impianti industriali, compatibile con gli incentivi 4.0 e con il credito d’imposta 2020.

Guarda la testimonianza lasciata da Ecologica 2000; apprendi da un’esperienza reale perché kontrolON si differenzia dagli altri sistemi di controllo della produzione e dei consumi degli impianti industriali.