Produzione calcestruzzo e cemento: ridurre le emissioni di CO2 grazie alla digitalizzazione e all’innovazione.
La sostenibilità è entrata a far parte del sistema economico e produttivo di tutti i settori a livello globale. Per essere sostenibile un’azienda deve considerare due aspetti fondamentali: la riduzione delle emissioni di gas serra e l’economia circolare. Grazie ai sistemi di monitoraggio della produzione e di tracciabilità è possibile raggiungere alti livelli di automazione e precisione.
La filiera produttiva del cemento e del calcestruzzo svolge un ruolo importante nella transizione verso l’economia circolare, contribuendo alla lotta ai cambiamenti climatici. L’innovazione e la digitalizzazione possono rendere il calcestruzzo un materiale sostenibile? Quanto contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2? Vediamolo insieme.
Qual è la differenza tra cemento e calcestruzzo?
Per i non addetti ai lavori risulta poco chiara la differenza tra calcestruzzo e cemento, pertanto, cominciamo dalle prime informazioni per poi andare a scoprire i vantaggi e le possibilità che la sostenibilità riserva anche a questo ambito. Il calcestruzzo – spesso abbreviato con cls – è un materiale molto diffuso in ambito edile, composto dalla miscela di tre tipi di materie prime: un legante, dei materiali inerti e l’acqua, alle quali è possibile aggiungere additivi in base alle necessità produttive. Il cemento, invece, è un legante idraulico che si presenta sotto forma di polvere, chiamata anche clinker, che se unito con altri materiali di diverse dimensioni come sabbia, ghiaia, ghiaietto dà origine al calcestruzzo.
Produzione di calcestruzzo e riduzione dell’impatto ambientale
Gran parte del materiale estratto dalle cave è consumato per la produzione di calcestruzzo e cemento. Uno dei problemi principali che deriva dalla filiera riguarda le emissioni che genera. Questo ha fatto sì che molte ricerche si concentrassero sull’abbattimento delle emissioni di CO2. Entrambi i materiali possono contribuire significativamente alla riduzione dell’impatto ambientale. Ad esempio si può produrre calcestruzzo sostenibile mediante la cenere volante, lo scarto da produzione di ghisa e fumo di silice (ciò che resta della produzione del silicio).
Calcestruzzo ecologico ed economia circolare: i progetti per un settore più sostenibile
Sono diverse le testimonianze e i progetti che dimostrano quanto sia vantaggiosa la produzione di calcestruzzo ecologico, una realtà non solo possibile, ma anche valorosa perché capace di giovare al pianeta e a tutti gli stakeholder interessati (produttore, partner della filiera, cliente finale, ecc.). É importante ricordare, difatti, che produrre in modo etico e sostenibile genera ritorni sia economici che di immagine.
Negli anni scorsi l’Ue ha finanziato un progetto di ricerca basato sulla possibilità di utilizzare materiali di scarto nella produzione di calcestruzzo. I ricercatori hanno evidenziato come i campioni di calcestruzzo, con un 30-40% di aggregati riciclati, hanno prestazioni simili a quelle delle tradizionali miscele. Con le loro ricerche sostengono che l’utilizzo di calcestruzzo ecologico può portare alla creazione di un settore immobiliare più sostenibile.
Risale al 2012, invece, la realizzazione del primo cemento sostenibile brevettato dall’Istituto Politecnico Nazionale del Messico. Questo prodotto richiede metà dell’energia termica necessaria per la produzione di cemento tradizionale, abbattendo le emissioni di CO2. Altro esempio è il cemento rinforzato con fibra di carbonio, materiale altamente resistente, leggero e flessibile; si adatta perfettamente agli edifici esposti a cattive condizioni atmosferiche.
Nel 2020 anche Federbeton (Federazione delle associazioni del cemento, del calcestruzzo e degli altri materiali, componenti e tecnologie ad essi legate) dimostra che questa strada è possibile e davvero vantaggiosa con il rapporto di sostenibilità della filiera del cemento e del calcestruzzo. Dal rapporto emerge che tra il 2017 e il 2019 il settore ha investito 110 milioni di euro in sostenibilità ed economia circolare, con un risparmio di 311.615 tonnellate di emissioni di CO2.
I settori dell’edilizia e dell’architettura si stanno innovando, con modalità progettuali in linea con i principi di sostenibilità ambientale. Innovare significa anche individuare nuove funzionalità dei materiali già esistenti, sperimentando su ciò che si ha a disposizione.
Alternative buildings materials e basso impatto energetico
Gli alternative building materials sono materiali intelligenti e dinamici, con basso impatto energetico. Negli anni sono nati diversi progetti innovativi in ambito green.
Il WPI – Worcester Polytechnic Institute ha creato un calcestruzzo rigenerante. I batteri presenti nel materiale entrando in contatto con l’acqua o con l’ossigeno presente nelle crepe, producono cristalli di calcite in grado di riempirle e ripararle. Questo consente di ridurre gli interventi di manutenzione degli edifici, di conseguenza il consumo di risorse.
Molto spesso, infatti, uno dei principali problemi in relazione all’impatto ambientale generato nel settore delle costruzioni, è dato dalle continue riparazioni o sostituzioni delle componenti architettoniche.
Nel 2020 il mercato degli Alternative building materials è stato valutato circa 190 miliardi di dollari; si stima che nel 2030 raggiungerà i 330 miliardi.
Come rendere sostenibile il settore delle costruzioni
Il settore delle costruzioni può essere rilanciato attraverso la chiave dell’economia circolare e ad una maggiore attenzione a qualità, salubrità ed efficienza delle prestazioni.
L’edilizia ha due strade da poter percorrere al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030: usare materiali sostenibili e ridurre le emissioni di CO2.
L’inclusione dei CAM Criteri Ambientali Minimi negli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni ha generato un diverso modo di progettare e di costruire, nel rispetto dei requisiti di sostenibilità ambientale e sociale. Questo permette di considerare l’intero ciclo di vita dell’edificio: progettazione, costruzione, gestione, manutenzione, riqualificazione o dismissione, consentendo di calcolarne i relativi costi e l’impatto ambientale derivante da ogni attività.
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L’uso di nuove tecnologie e il monitoraggio della produzione consentono di tenere sotto controllo l’intero processo produttivo. Monitorare equivale ad efficientare, riducendo l’impatto ambientale e mantenendo al contempo un altissimo livello qualitativo.
KontrolON controlla in real time e da remoto la produzione della filiera; ottimizza i costi, i consumi energetici e lo stato dei macchinari. I dati raccolti possono essere esportati nei formati più comuni, così da essere analizzati al fine di individuare le aree in cui è necessario intervenire. Inoltre, è in grado di rilevare la qualità e la quantità delle emissioni di CO2 prodotte, permettendo di definire le azioni da compiere per ridurle o compensarle.
Grazie alle competenze e all’esperienza dei nostri tecnici e consulenti, puoi personalizzare la soluzione kontrolON e adattarla al tuo processo produttivo.
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