La gestione rifiuti è necessaria ai fini della tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo. Grazie al monitoraggio impianti il trattamento dei rifiuti è semplificato, le emissioni di CO2 sono sotto controllo e le performance aziendali sono ottimizzate.
Per poter abbattere le emissioni di gas serra e diminuire la produzione di rifiuti è importante osservare una corretta gestione del fine vita dei prodotti e degli impianti di trattamento rifiuti. La prevenzione rifiuti è il primo passo che cittadini, istituzioni e imprese devono mettere in pratica; attuare misure in grado di diminuirne la quantità e la pericolosità consente la riduzione degli impatti negativi sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. Il Codice Europeo Rifiuti è un importante sostegno per le imprese, in quanto consente la classificazione rifiuti in modo appropriato e sicuro. Vediamo a cosa serve, come è utilizzato dai produttori per la gestione rifiuti e i vantaggi del monitoraggio impianti per il trattamento dei rifiuti.
Gestione rifiuti: perché è importante
La corretta classificazione dei rifiuti è fondamentale per poter gestire e smaltire in modo corretto i rifiuti stessi. Il Decreto Lgs. 152/2006 fornisce una suddivisione in rifiuti urbani e rifiuti speciali; inoltre li differenzia in base al grado di pericolosità: rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. A ogni rifiuto è attribuito un codice denominato CER Codice Europeo Rifiuti.
A livello nazionale il catasto dei rifiuti è organizzato presso l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale); la sezione “catasto rifiuti” fornisce informazioni costantemente aggiornate in materia.
Codice Europeo Rifiuti: cos’è
Il Codice Europeo Rifiuti (CER) è attribuito ai prodotti ai fini di un’accurata gestione. Tutti i codici sono inseriti all’interno di un catalogo (catalogo europeo dei rifiuti) così da poter individuare la tipologia degli scarti e la loro classificazione per lo smaltimento e il recupero.
Il CER è composto da 6 cifre suddivise in coppie, ogni coppia rappresenta un livello:
- il primo livello fa riferimento alla categoria industriale o generatrice del rifiuto;
- il secondo livello è associato al processo produttivo e all’attività specifica da cui proviene il rifiuto;
- il terzo livello individua la categoria specifica di rifiuto generato.
Il CER nasce allo scopo di aiutare i Paesi europei a gestire più facilmente i rifiuti; viene agevolata la cooperazione e la comunicazione tra gli Stati. Mediante il CER è possibile individuare il grado di pericolosità o tossicità dei rifiuti al fine di garantirne un trattamento sostenibile.
CER rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi
I rifiuti pericolosi sono distinti in urbani e speciali. Quelli urbani sono composti da sostanze rischiose per l’ambiente e per la salute dell’uomo, quindi necessitano di una gestione differenziata rispetto ai rifiuti non pericolosi.
I rifiuti pericolosi speciali prima erano definiti rifiuti tossico-nocivi; sono generati dalle attività produttive e al loro interno presentano una quantità importante di sostanze inquinanti.
Un esempio è lo scarto derivante dalla raffinazione del petrolio, dai processi chimici, dall’industria metallurgica, dalla produzione di solventi o tessili e dagli impianti di trattamento rifiuti.
Il produttore dei rifiuti deve individuare il codice più idoneo da applicare in base al livello di pericolosità; vanno considerate la provenienza e le caratteristiche chimico-fisiche che descrivono il rifiuto.
Classificazione rifiuti pericolosi
I rifiuti contenenti sostanze pericolose sono contrassegnati da un asterisco applicato dopo le cifre; sono classificati mediante apposite classi di pericolo, indicate con la sigla HP (Hazardous Property), in riferimento alla tipologia di pericolo a cui si va incontro nel caso in cui viene maneggiato.
Gli HP in totale sono 14 e si riferiscono alle seguenti categorie di pericolo: esplosivo, comburente, infiammabile, irritante, tossicità specifica per organi bersaglio, tossicità in caso di aspirazione, tossicità acuta, cancerogeno, corrosivo, infettivo, tossico per la riproduzione, mutageno, liberazione di gas a tossicità acuta, sensibilizzazione e ecotossico.
Esiste, inoltre, la categoria HP 15 che si riferisce ai rifiuti che non possiedono direttamente una delle caratteristiche di pericolo inerenti alle 14 categorie, ma possono manifestarla in un secondo momento.
Oltre al rispetto della classificazione rifiuti è necessario prestare attenzione all’imballaggio e all’etichettatura dei preparati e delle sostanze che sono ritenute pericolose.
Registro Recupero Rifiuti: registrazione impianto
Il Registro Recupero Rifiuti è nato nel 2018 ed è diventato un punto di riferimento per gli operatori che necessitano di conoscere gli impianti che smaltiscono e recuperano rifiuti in Italia identificati dal CER.
Per poter essere censiti è necessario registrare il proprio impianto di recupero o smaltimento inserendo i dati relativi alla sede e all’autorizzazione impianto. L’attivazione della propria pagina avviene a seguito di verifica delle informazioni inserite e al pagamento di una piccola quota annuale.
KontrolON, l’alleato perfetto per il controllo della produzione
Le imprese impegnate nella raccolta, nel riciclo e nel trattamento rifiuti hanno una grande responsabilità nei confronti dell’ambiente. La digitalizzazione è un supporto importante nella gestione degli impianti industriali: consente di ridurre il volume degli scarti e trasformarli in materie prime seconde così da poter essere utilizzate nei processi di trasformazione.
KontrolON è l’alleato perfetto per il controllo della produzione, dei consumi e dei dati industriali in tempo reale. Il nostro sistema di monitoraggio impianti è l’ideale per le imprese multisito che hanno impianti distanti tra loro.
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